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La seconda tappa del nostro viaggio virtuale è Cingoli, cittadina incantevole nell’entroterra marchigiano, uno dei “Borghi più belli d’Italia”, che oltre alle bellezze naturali ha avuto la ventura di ospitare una delle opere più complesse e affascinanti realizzate da Lorenzo Lotto nel corso dei suoi peregrinaggi per la nostra regione: la “Madonna del Rosario”.
Prima di approfondire l’opera del Maestro veneziano, due parole sulla cittadina attualmente scrigno di quel gioiello di pittura cinquecentesca: cittadina appunto che merita in pieno l’appellativo con cui è conosciuta ovunque: quella di “Balcone delle Marche”. Cingoli sorge in posizione panoramica a 630 metri sul lato orientale del gruppo montuoso che si staglia sull'alta valle del Musone. La posizione è unica e splendida la veduta panoramica che vi si gode. Oltre alle bellezze naturali la piccola città marchigiana può contare anche su alcuni luoghi assolutamente da visitare, a partire dal Museo archeologico statale e dalla Pinacoteca comunale, a cui poi si sommano il Palazzo Comunale, la Fontana di Maltempo, notevole esempio di architettura simbolica rinascimentale, la Portella, i palazzi cittadini, le chiese e la cattedrale di Santa Maria Assunta. Fuori le mura è di rilievo la chiesa di Sant'Esuperanzio.
La chiesa di San Domenico è stato il luogo che per secoli ha ospitato l’opera del Lotto, e ci sembrava necessario tracciarne un veloce profilo. Costruita all’inizio del XIII secolo, secondo la tradizione locale risulta fondata dallo stesso San Domenico poco prima l’approssimarsi della sua morte. Non rimane molto della struttura del Duecento, visto che nei secoli è stata più volte ristrutturata. Nel primo Cinquecento e nel tardo Settecento in particolare. Il posizionamento della grande tela “Madonna del Rosario e Santi” di Lorenzo Lotto, terminata dal pittore veneziano proprio nella primavera del 1539, va vista come suggello dei lavori di restauro che al chiesa conobbe nel primo Cinquecento.
Traslata per colpa del terremoto, la tela di Lorenzo Lotto è al momento ospitata nella Sala degli Stemmi del Palazzo comunale, il più importante edificio civile della città, sede del Municipio. Restaurato nel 2001 tale edificio è costituito da un insieme di corpi realizzati in epoche successive nel corso dei quasi quattrocento anni compresi tra la prima metà del Duecento e il primo Cinquecento. Il prospetto in stile rinascimentale, come ricorda l’iscrizione che vi corre, fu innalzato nel 1531 per volere del celebre umanista e filosofo Egidio Canisio, cardinale di Viterbo e governatore perpetuo di Cingoli.
Considerata una delle opere più straordinarie del Lotto, la Madonna del Rosario rappresenta un altro dei punti focali del percorso lottesco visitabile nelle Marche. Una tradizione molto radicata nella storiografia cingolana fa risalire la sua realizzazione alla volontà di Sperandia Franceschini, sposata con Gabriele Simonetti, nobile di Cingoli. E' possibile dunque che sia stata la stessa Sperandia a suggerire alla Compagnia Confraternita del Rosario, come uno dei suoi membri più influenti, la commissione della pala; non è da escludere che sia stata anche l'intermediaria con il pittore e che per questo la tradizione locale ha ricordi come proprietaria del quadro. Il dipinto, un olio su tela di cm. 384 x 264, fu portato a termine dal pittore veneziano nel 1539, come si legge nella faccia frontale del basamento lapideo su cui poggia il trono della Madonna.
L’opera è impostata sullo schema della Sacra Conversazione, tipo di pala d'altare di origine quattrocentesca. La parte inferiore della rappresentazione ha come protagonisti i Santi che rendono omaggio alla Vergine. Da sinistra, sul primo ordine, possiamo notare la figura di San Domenico che riceve la corona del rosario dalla Madonna, mentre a destra troviamo Sant’Esuperanzio, patrono di Cingoli, in abiti vescovili, che offre alla Vergine e al Bambino un modellino della città. Sempre a destra, opposta a Maria Maddalena a cui avrebbe prestato il volto proprio Sperandia Franceschini Simonetti, osserviamo Santa Caterina da Siena, cui si aggiungono sul terzo livello San Pietro Martire e dalla parte opposta San Vincenzo Ferrer, caratterizzato dall’indice alzato. In una composizione che va letta dal basso verso l'alto e da sinistra a destra, trovano luogo: i cinque Misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi. In basso, al centro, Giovanni Battista bambino che indica il Cristo, e due puttini, uno dei quali lancia con entrambe le mani petali di rose tratti a piene mani dal cestone di vimini che ha dinanzi.
Il modellino di Cingoli che Sant’Esuperanzio offre alla Madonna ci dà la cifra dell’ottima conoscenza che aveva il pittore della cittadina di Cingoli, in cui con certezza almeno per alcuni periodi risiedette.
Lo schema del dipinto come si diceva era vetusto anche al momento della realizzazione ma l’espressione pittorica è profondamente raffinata, la scelta cromatica è sofisticata e la luce è ricca di