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Paesaggio e figure, sentimenti ed emozioni sono tradotti con impeti patetici e moti espressivi al limite della deformazione fisica e prospettica.
Lo spazio pittorico si apre su 2 dimensioni: una espressività tesa e drammatica in primo piano dove i corpi degli apostoli si arrotolano nel pendio del monte in una scena caotica ed agitata, e in alto l’infinità dello spazio atmosferico al di là del monte e delle figure.
Qui la composizione riposa su uno schema più equilibrato, a doppio triangolo contrapposto, con i vertici che si incontrano in corrispondenza del volto del Cristo dove convergono e si azzerano le tensioni e i moti direzionali delle figure.
Una struttura compositiva che ignora la prospettiva e le sue regole armoniche, volutamente arcaica nel richiamo bidimensionale dei piani di visione, nelle iscrizioni in oro e nelle tinte accese e stridenti.