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Immersed in one of the most beautiful, luxuriant and rarest areas of the Mediterranean landscape in terms of flora, Cingoli stands in a panoramic position at 630m, which has earned it the nickname of "Balcony of Marche". Its almost intact city walls and the many monuments in the historic districts with quiet, pretty streets attest to the glorious past of Cingoli. Lotto's Madonna del Rosario was painted for the high altar of the church of S. Domenico which, unfortunately is closed since 2016 earthquake; the masterpiece is now on display in the Sala degli Stemmi of Cingoli Palazzo Comunale. The work is an expression of Lotto's great inventive fantasy and executive skill; painted shortly after the Ancona one, here he managed to create an altarpiece that is even more complex, not only for the presence of more figures but also for the extraordinary manner in which he depicted the fifteen mysteries of the Rosary.
L’antico tempio cittadino dei Padri Predicatori, che la tradizione vuole fondato dallo stesso san Domenico all’inizio del secolo XIII, “poco prima di sua morte”, avvenuta nel 1221.
Dell’originaria struttura duecentesca, presumibilmente in stile romanico e semplice nella forma, non restano che scarse tracce, l’edificio avendo subito nel corso del tempo numerosi lavori di adeguamento e di ricostruzione.
Nel secolo XVI in particolar modo la chiesa fu oggetto di importanti interventi edilizi, che comportarono plausibilmente l’adeguamento delle strutture al nuovo gusto architettonico dell’epoca: ne furono interessati l’esterno, con l’innalzamento di una nuova torre campanaria e l’erezione di un annesso edificio per la biblioteca, e forse in maniera più consistente l’interno, con l’ampliamento e l’abbellimento degli altari e con la ricostruzione o il restauro delle cappelle di jus-patronato da parte delle più facoltose famiglie della nobiltà cittadina, come avviene in questo stesso periodo nelle più importanti chiese di Cingoli. Esempio non trascurabile di ciò sarebbe il fatto che fu allora collocata sull’altare maggiore, necessariamente ristrutturato, la grande tela della “Madonna del Rosario” di Lorenzo Lotto, portata a termine dal maestro veneziano nella primavera del 1539.
La struttura attuale è frutto dell’intervento di radicale rinnovamento cui la chiesa fu sottoposta, per iniziativa dei padri conventuali, nella seconda metà del secolo XVIII. I lavori, iniziati su disegno dell’architetto Arcangelo Vici di Arcevia, furono completati con l’apporto del figlio di questi, Andrea, seguace del Vanvitelli. La facciata è incompiuta, priva di rivestimento, realizzata con corsi alternati di mattoni e conci di pietra interrotti dall’apertura dei tre portali e dal finestrone ad arco. Perfetto è invece l’interno, basato su di un progetto complesso e minuzioso, basato su di uno schema a pianta centrale allungata.