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Le due tavolette facevano parte di un trittico la cui parte centrale, che rappresentava un S. Giovanni a Patmos, è andata dispersa in epoca napoleonica.
L’arcangelo Gabriele, dalla poderosa struttura fisica, è colto nel momento di planare al suolo dopo il volo di avvicinamento e la sua fisicità è ribadita dall’ombra che proietta sul pavimento e dalle vesti scomposte da quel suo intenso movimento.
Lotto ha fissato come in un fotogramma l’istante che precede il contatto a terra dell’angelo, illuminato da una folata di luce che imprime alla composizione un movimento rotatorio da sinistra verso destra e spinge la figura alata in avanti, mentre la Vergine, come investita da uno spostamento d’aria, ritrae il corpo all’indietro.