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L’opera presenta chiari riferimenti formali con analoghe composizioni di Perugino e Raffaello, ma lo spunto è ancora quello giorgionesco del paesaggio inteso come protagonista insieme alle figure.
Ciascun luogo è abitato da figure ignare del dramma che si consuma in primo piano, intorno al corpo esanime, minuto e contratto del Cristo dai lineamenti affilati, cui la morte non ha restituito serenità.
Il nucleo emotivo espresso dalle figure dei dolenti si disvela per reazioni individuali che agiscono come onde d’urto che investono i personaggi, ciascuno racchiuso entro una sua intima manifestazione del dolore.
Il gesto di Maria è ampio e disperato; gli fa eco la pia donna che si strappa i capelli, mentre Maria di Cleofe si allontana piangendo. Inutilmente la bocca della Maddalena si apre al grido che ristagna in gola.
Gesti di ribellione contratti come i pugni stretti di Giovanni, inutilmente nascosti sotto il mantello.
La rassegnazione del vecchio Pietro con i chiodi in mano, esibiti come sinistra eredità, e la devozione di Giuseppe d’Arimatea e di Nicodemo, che stringe tra i denti il lenzuolo funebre e accompagna fin dentro il sarcofago il corpo esanime di Gesù.